• "Oggi sarai con me in paradiso" - Commento alla Parola di Dio del 24 Novembre 2019

    f2db9ab5 f92f 486c a5f8 9eb65bea2366“In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.”, la promessa del Signore Crocifisso al ladrone, che “opera la correzione fraterna, rimproverando l’altro condannato; ammette il male che ha commesso, riconosce l’innocenza di Gesù e ne confessa la regalità” (E. Bianchi), conclude quest’anno liturgico in cui l’Evangelista Luca, ci ha fatto fare esperienza della misericordia del Padre. Questa solennità di Cristo Re, istituita da Pio XI nel 1925, presenta Colui che “è immagine del Dio invisibile…principio di quelli che risorgono dai morti.” (San Paolo), prefigurato da Davide, consacrato Re ad Ebron: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele.” (II Samuele), seduto sul trono della Croce e Signore di un Regno, che “da un lato è oggetto di scherno, mentre dall’altro diventa il contenuto di una professione di fede e di speranza.” (San Giovanni Paolo II) Cristo, “Re del nuovo mondo…segreto della storia…chiave dei nostri destini…ponte, fra la terra e il cielo” (Paolo VI), presente nella Parola e nell’Eucaristia, “che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell’amore, liberaci dal potere delle tenebre” (colletta) e non renderci insensibili come “il popolo che stava a vedere mentre i capi ti deridevano” (cfr Vangelo), soprattutto quando, “di fronte alle circostanze della vita o alle nostre attese non realizzate, possiamo avere la tentazione di…non accettare fino in fondo lo scandalo del Tuo amore umile, che inquieta il nostro io…” (Papa Francesco) A Maria, Regina del cielo e della terra, che sotto la Croce, ha mantenuto salda la fede, pur contemplando nel “crocifisso la divinità sfigurata…” e ha unito “nel suo cuore questa ultima tessera del mosaico della vita del suo Figlio…ripetendo ancora una volta con lo stesso abbandono: Ecco la serva del Signore” (Papa Benedetto XVI) vogliamo affidare la regalità che abbiamo ricevuto nel Battesimo, nell’attesa di viverla al termine della nostra vita, quando con il salmista canteremo: “Andremo con gioia alla casa del Signore,” dove saremo accolti dalle braccia del re-crocifisso, spalancate “per tutti quelli che riconoscono Gesù come compagno d'amore e di pena, qualunque sia il loro passato: è questa la Buona Notizia di Gesù Cristo.” (E. Ronchi) Amen. Santa Solennità di Cristo Re.

  • 18 Ottobre - Preghiera a San Luca evangelista

    00Luca SantoGlorioso S. Luca che, per estendere a tutto il mondo, la scienza divina della Grazia, avete scritto non solo gli insegnamenti e le gesta del nostro Signore Gesù Cristo, ma anche gli episodi più meravigliosi dei suoi Apostoli per la fondazione della Chiesa; ottenete a noi tutti, la grazia di conformar sempre la nostra vita al Santo Vangelo che per ispirazione particolare dello Spirito Santo, avete dato a tutti ì popoli della terra. Glorioso S. Luca, che per particolare privilegio avete goduto della familiare vicinanza della Vergine Maria, ottenete a noi tutti la grazia di amar anche noi costantemente la bella virtù della purezza, per meritarci noi pure quei favori che agli imitatori fedeli delle sue virtù dispensa sempre generosissima la comune avvocata e madre nostra Maria. 

  • Cinque pani d'orzo e due pesci: commento al Vangelo del 29 Luglio 2018, XVII domenica del T.O.

    cinque pani dorzo e due pesci"C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?", da questa XVII domenica si interrompe la lettura del Vangelo di Marco, che avrebbe proposto il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci e, per ben 5 settimane, ci viene presentato lo stesso miracolo dalla prospettiva di Giovanni, con il lungo discorso del cap. 6, nel quale il Maestro presenta se stesso come il Pane della Vita. La disponibilità dell'anonimo ragazzo che, con gioia e amore, consegna nelle mani del Signore i pochi pani portati per sé, si scontra con il pensiero dei discepoli che "ragionano in termini di mercato, ma Gesù alla logica del comprare sostituisce quella del dare...saziando non solo la fame materiale, ma anche la fame di Dio" (Papa Francesco), sempre in aiuto del suo popolo, come si comprende dalla risposta di Eliseo all'uomo che, dopo avergli donato "venti pani d'orzo e grano novello", nutriva dei dubbi sul poter sfamare con quel poco, 100 persone: "Poiché così dice il Signore: Ne mangeranno e ne faranno avanzare.", indicando che Dio non è indifferente all'indigenza dei suoi figli, nonostante la sordità di tanti "al grido di angoscia dei popoli della fame che interpellano in maniera drammatica i popoli dell'opulenza, a cui la Chiesa chiede di rispondere con amore." (Beato Paolo VI) Accogliamo la parola di speranza di Paolo, che nonostante la sofferenza della prigionia, esorta i cristiani a comportarsi "in maniera degna della chiamata che avete ricevuto...sopportandovi a vicenda nell'amore”, per vivere la fratellanza universale, non sempre vissuta e compresa, come dopo il miracolo dei pani, quando il Maestro "si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo", amareggiato perché "pur avendoli chiamati alla libertà...vogliono essere dominati e vogliono farlo re." (A. Maggi) Il Signore, presente nella Parola e nell'Eucaristia, ci aiuti a vivere la regalità battesimale "servendo i fratelli e...amandoli gratuitamente, come autentici discepoli di Cristo." (E. Bianchi) Maria, Sposa dell'Eterno Spirito, ci renda solleciti all'invito del Figlio, di raccogliere i pezzi avanzati "perché nulla vada perduto", solo in questo modo "accoglienza, benedizione, condivisione saranno dentro di noi sorgenti di Vangelo e di felicità." (E. Ronchi) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.

  • La gente chi dice che io sia? Commento al Vangelo di Domenica 12 Settembre 2021

    WhatsApp Image 2021 09 11 at 08.52.34La gente, chi dice che io sia?...Ma voi, chi dite che io sia?”, la risposta della folla e quella di Pietro: “Tu sei il Cristo”, al “sondaggio” fatto sulla via di Cesarea di Filippo, all’apparenza corretta, nascondono un equivoco, le prospettive di tutti “erano molto diverse da quelle di Gesù…ispirate al carme del servo” (Carla Sprinzeles), come aveva profetizzato Isaia: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori…non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”, perché Dio ci è sempre accanto: “Ecco il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?” A Cesarea di Filippo, il "dado è tratto" e non si può cambiare strada, come Pietro sperava, infatti, appena il Maestro parla apertamente della sua Passione, Morte e Risurrezione, si ribella; è curioso che domenica scorsa Gesù prese in disparte il sordomuto per aprirgli il cuore, le orecchie e la bocca alla Parola di Dio, ed oggi il Pescatore della Galilea “lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo”, per renderlo sordo alla volontà del Padre. La reazione del Maestro è immediata: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”, perché la professione di fede “chiede di essere autenticata da una vita improntata all’amore di Dio e il prossimo…bisogna rinnegare sé stessi…e prendere la propria croce” (Papa Francesco), soprattutto testimoniando la fede con le opere: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?” (Giacomo), è questa la vera sequela perché “l’amore è l’espressione della vera fede. Se uno ama il prossimo con cuore puro e generoso, vuol dire che conosce veramente Dio.” (Benedetto XVI) Il Padre, che rende presente con la rugiada dello Spirito il Figlio, nella Parola e nell’Eucaristia in questa XXIV domenica, ci renda discepoli autentici, perché “Cristo non è ciò che dico di Lui ma ciò che vivo di Lui…non è le mie parole, ma ciò che di Lui arde in me.” (E. Ronchi) Maria, la prima Discepola, interceda presso Cristo perché ci doni “la grazia di dare le risposte giuste, con la vita, non solo a parole, mentre siamo per via, perché finito il cammino di questa vita, non ci saranno più né domande né risposte” (Wilma Chasseur), ma solo la visione beatifica ed eterna dell’Amore. Amen. Santa Domenica

  • Perchè guardi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello? - Commento alla Parola di Dio di Domenica 3 Marzo

    3d8bcaff70c23a5142c13c001f5042b7 belle vita“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”, la parola del Signore, proclamata in questa VIII domenica, ultima della prima parte del tempo ordinario che riprenderà dopo Pentecoste, e che la Chiesa propone alla nostra riflessione, prima di “immergerci” nel tempo di grazia quaresimale, ci offre una panoramica sulla ipocrisia e sulla pessima abitudine di diventare giudici dei fratelli, perché “è molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.” (A. de Saint-Exupery) La Quaresima, che inizieremo tra qualche giorno con il rito delle Ceneri, trasformerà il nostro cuore e porterà frutti copiosi di bontà e sincerità, perché “il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore” (Siracide), se confesseremo “che questo piacere perverso di spalancare gli occhi sulle colpe del prossimo è una tentazione insuperabile che ci lambisce spesso.” (Card. G. Ravasi) Se ti allontani dal Maestro e diventi “sordo” ai suoi insegnamenti, puoi inaridirti e diventare “cieco”, illudendoti di poter guidare il fratello, anch’egli cieco, e rischi di cadere nel fosso dell’ipocrisia e della menzogna, perché “un discepolo non è più del maestro”; ma se rimani unito al Signore e la tua relazione con Lui “prende la tua persona, i tuoi sentimenti, e vedi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, non dici più: Guarda è cieco, ma cominci a soffrire con lui“ (Don O. Benzi), portando frutti in abbondanza, perché sarà lo stesso Cristo a portare i suoi frutti in te, e il “frutto più bello” è la certezza della vittoria della vita sulla morte, perché “la morte è stata inghiottita nella vittoria” (San Paolo). Cristo, presente nella Parola e nell’Eucaristia, “ci aiuti a comprendere e ad amare i nostri fratelli” (Colletta anno C), e doni occhi per comprendere che “chi giudica sbaglia, perché prende un posto che non è per lui…quella pagliuzza non lo lascia dormire...e non si accorge della trave che lui ha...e diventa uno sconfitto.” (Papa Francesco) La Vergine Santissima, interceda presso il Figlio, affinché impariamo a testimoniare la sua Parola di gioia, che vince l’ipocrisia e fa comprendere che mentre “l'ira è una pagliuzza, l'odio è una trave” (Sant’Agostino), che non ci permette di essere come l’uomo buono che “dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene.” (Gesù) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.