“Marta disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto...le disse: Tuo fratello risorgerà.”, lo strano comportamento del Maestro, apparentemente insensibile alla richiesta delle sorelle di Lazzaro: “…colui che tu ami è malato.”, indicano che Cristo, rivelando se stesso come fine ultimo della nostra esperienza terrena: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà.”, volontariamente “ritardò a guarire Lazzaro, per poterlo risuscitare” (Sant’Agostino); è il messaggio che ci viene donato nella V domenica di quaresima, dalla Liturgia che celebra il grande miracolo che l’itinerario battesimale opera in noi: il passaggio dalla morte alla vita. Quando, imprigionati dalla paura della morte e, come Marta e Maria, i “perché” diventano assordanti, lasciamo che la Parola del Dio dei vivi ci consoli: “…apro i vostri sepolcri…farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete” (Ezechiele), e ci fortifichi nella fede, sicuri che “colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito.” (San Paolo), convinti che questo è “il cuore di Dio…non fa scomparire il male magicamente, ma con-patisce la sofferenza, la fa propria e la trasforma abitandola...” (Papa Francesco) Al Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, per il quale non muore mani uno qualsiasi, ma sempre il “suo amico”, chiediamo in questo tempo di quarantena, di poter ri-ascoltare al più presto lo stesso grido rivolto a Lazzaro: “…vieni fuori.”, per poter uscire dalle nostre case per riabbracciarci ed affollare le Chiese per lodare e ringraziare Dio, come Lazzaro che uscì dal Sepolcro “avvolto in bende come un neonato, come chi viene di nuovo alla luce.” (E. Ronchi) Impariamo a togliere la pietra dai nostri cuori, le “tombe” dove spesso regnano l’odio e le tenebre del peccato, certi che “dopo la morte comincia qualcosa di nuovo, su cui tutte le potenze del mondo della morte non hanno più la forza.” (D. Bonhoeffer) Uniti a Maria, che vive in pienezza il giorno senza tramonto, rivolgiamo dal profondo del nostro cuore l’accorata preghiera al Figlio, il Vivente: “Sì, o Signore! Anche noi crediamo, malgrado i nostri dubbi e le nostre oscurità; crediamo in Te, perché Tu hai parole di vita eterna; vogliamo credere in Te, che ci doni una speranza affidabile di vita oltre la vita, di vita autentica e piena nel tuo Regno di luce e di pace.” (Benedetto XVI) Amen. Santa domenica.