“Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui”, il tempo ordinario celebra, alla luce del mistero di Cristo, “la nostra vita comune…portatrice della presenza e della grazia del Signore” (San Giovanni Paolo II), che si manifesta soprattutto nel silenzio della nostra esistenza; è l’esperienza vissuta dal giovane Samuele che, non avendo “ancora conosciuto il Signore…crebbe e il Signore fu con lui” (1Sam), perché accolse la Parola, aiutato dall’anziano sacerdote Eli, modello ed immagine di “tutti gli educatori, specialmente i sacerdoti e i genitori, perché abbiano piena consapevolezza dell’importanza del loro ruolo spirituale, per favorire nei giovani, oltre alla crescita umana, la risposta alla chiamata di Dio, a dire: Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta”. (Benedetto XVI) Il Padre che “risusciterà anche noi con la sua potenza” come ha risuscitato il Figlio, ci ha rivelato che il nostro corpo è “tempio dello Spirito Santo” (San Paolo); a Lui, che renderà presente il Figlio, nella Parola e nell’Eucaristia, chiediamo l‘umiltà del Battista che “prima si era definito solo una voce che grida nel deserto e ora è solo un dito puntato che indica un Altro a due dei suoi discepoli…perché sa che lui deve diminuire per lasciar crescere il vero Maestro…esempio di sovrana libertà e di totale distacco da se stesso!” (W. Chasseur) Facciamo nostro il desiderio dei primi discepoli: “Maestro dove dimori?”, e accogliendo l’invito del Signore: “Venite e vedrete”, troveremo Maria, Madre della Chiesa; “ci sostenga Lei in questo proposito di seguire Gesù…per ascoltare la sua Parola di vita e ritrovare in Lui speranza e slancio spirituale.” (Papa Francesco) Impariamo da Giovanni che fissò l’ora del primo incontro con Gesù nella sua memoria, “erano circa le quattro del pomeriggio”, e da Andrea che dopo aver detto al fratello Simon Pietro: “Abbiamo trovato il Messia”, lo condusse dal Maestro che non chiede “osservanza di regole o nuove formule di preghiera, ma un viaggio verso il luogo del cuore…per incontrare il desiderio che abita le profondità della vita.” (E. Ronchi) Amen.