• "Oggi sarai con me in paradiso" - Commento alla Parola di Dio del 24 Novembre 2019

    f2db9ab5 f92f 486c a5f8 9eb65bea2366“In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.”, la promessa del Signore Crocifisso al ladrone, che “opera la correzione fraterna, rimproverando l’altro condannato; ammette il male che ha commesso, riconosce l’innocenza di Gesù e ne confessa la regalità” (E. Bianchi), conclude quest’anno liturgico in cui l’Evangelista Luca, ci ha fatto fare esperienza della misericordia del Padre. Questa solennità di Cristo Re, istituita da Pio XI nel 1925, presenta Colui che “è immagine del Dio invisibile…principio di quelli che risorgono dai morti.” (San Paolo), prefigurato da Davide, consacrato Re ad Ebron: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele.” (II Samuele), seduto sul trono della Croce e Signore di un Regno, che “da un lato è oggetto di scherno, mentre dall’altro diventa il contenuto di una professione di fede e di speranza.” (San Giovanni Paolo II) Cristo, “Re del nuovo mondo…segreto della storia…chiave dei nostri destini…ponte, fra la terra e il cielo” (Paolo VI), presente nella Parola e nell’Eucaristia, “che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell’amore, liberaci dal potere delle tenebre” (colletta) e non renderci insensibili come “il popolo che stava a vedere mentre i capi ti deridevano” (cfr Vangelo), soprattutto quando, “di fronte alle circostanze della vita o alle nostre attese non realizzate, possiamo avere la tentazione di…non accettare fino in fondo lo scandalo del Tuo amore umile, che inquieta il nostro io…” (Papa Francesco) A Maria, Regina del cielo e della terra, che sotto la Croce, ha mantenuto salda la fede, pur contemplando nel “crocifisso la divinità sfigurata…” e ha unito “nel suo cuore questa ultima tessera del mosaico della vita del suo Figlio…ripetendo ancora una volta con lo stesso abbandono: Ecco la serva del Signore” (Papa Benedetto XVI) vogliamo affidare la regalità che abbiamo ricevuto nel Battesimo, nell’attesa di viverla al termine della nostra vita, quando con il salmista canteremo: “Andremo con gioia alla casa del Signore,” dove saremo accolti dalle braccia del re-crocifisso, spalancate “per tutti quelli che riconoscono Gesù come compagno d'amore e di pena, qualunque sia il loro passato: è questa la Buona Notizia di Gesù Cristo.” (E. Ronchi) Amen. Santa Solennità di Cristo Re.

  • “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni (Commento al Vangelo dell'1Agosto 2022)

    I AGOSTO DOMENICA“In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.”, la risposta del Maestro, ritiratosi da solo sul monte per sfuggire alla folla che dopo il miracolo dei pani voleva proclamarlo re, ed era stato ritrovato a Cafarnao “di là dal mare”, è il preludio al discorso più duro e difficile di tutto il Vangelo, e “vuole aprire ad un orizzonte dell’esistenza che non è semplicemente quello delle preoccupazioni quotidiane del mangiare, del vestire, della carriera” (Benedetto XVI), cose importanti e per le quali ciascuno si deve impegnare, ma senza dimenticare che “tutta la storia umana con i suoi drammi e le sue gioie deve essere vista in prospettiva eterna.” (San Giovanni Paolo II) Accogliendo l’appello di Paolo: “Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani...” (Ef), ci rivestiremo dell’uomo nuovo e purificheremo la mente dalla “tentazione comune, di ridurre la religione solo alla pratica delle leggi” (Papa Francesco) che può farci dire come la folla: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”, dimenticando che “solo se ci lasceremo coinvolgere in questo rapporto d’amore e di fiducia con Gesù, saremo capaci di compiere opere buone che profumano di Vangelo, per il bene e le necessità dei fratelli” (Papa Francesco) Facciamo nostro il desiderio della folla: “Signore, dacci sempre questo pane”, e il Risorto si renderà presente nella Parola e nell’Eucaristia, in questa XVIII domenica, grazie alle mani consacrate dei suoi ministri ordinati, che come Mosè ripetono incessantemente a tutti noi: “È il Pane della Vita che il Signore vi ha dato in cibo.” (Esodo); possa “Colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo” renderci testimoni della sua “offerta di vita e anelito a sempre più grande vita; è una calda corrente d'amore che entra e fa fiorire le radici del cuore.” (E. Ronchi) La Dolce Madre Celeste, ci prenda per mano e ci conduca dal Figlio, “non per non aver più fame del pane materiale, ma perché abbiamo scoperto e ci interessa di più il pane di vita eterna e le sorgenti d'acqua viva che ci disseteranno in eterno.” (W. Chasseur) Amen. Santa domenica.

  • 11 Novembre - Commento al Vangelo

    vedova"In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.", l'elogio del Maestro alla vedova che mette "nel tesoro del tempio due spiccioli e superò i doni di tutti i ricchi...perché nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio" (San Leone Magno), conclude il Vangelo di questa XXXII domenica; brano che possiamo dividere in due parti: quella iniziale, con il monito del Signore verso quegli scribi "che amano passeggiare in lunghe vesti...avere i primi posti nei banchetti", descrizione di "come non devono essere i seguaci di Cristo; l'altra in cui viene proposto un ideale esemplare di cristiano" (Papa Francesco), con l'umiltà di una vedova, che ricorda quella di Sarepta, che nonostante la drammatica situazione in cui viveva, si fida della parola di Elia e usa quel "pugno di farina nella giara e un po' d'olio nell'orcio”, per preparare la focaccia al profeta, "gesto di amore e di carità sincera nei confronti dell'uomo di Dio che...assicura a quella casa il cibo non solo per pochi giorni, ma per sempre." (P. A. Rungi) Queste due vedove sono l'esempio di come si vive la fede, "atteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in Lui" (Benedetto XVI), e di come sia importante donare con gioia, vivendo "l'amore che sa rinunciare anche a ciò che è necessario" (E. Bianchi), come ha fatto Cristo che "dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta...a coloro che l'aspettano per la loro salvezza." (Ebrei). Troviamo anche nei santi: la vita di Sant'Annibale è piena di episodi in cui l'uomo si fida di Dio  e della sua Provvidenza e viene ricompensato col centuplo. Chiediamo al Signore, come dono dell'Eucaristia, il cuore di queste vedove per vincere la bramosia dei "primi posti, prestigio e fama, con la generosità senza misura e senza calcolo, dalla audacia nel dare...perché il Vangelo torni a trasmettere il suo senso di gioia e il suo respiro di liberazione." (E. Ronchi) La Vergine Santissima apra il nostro cuore ai poveri, "i punti di entrata attraverso i quali lo Spirito di Dio, irrompe in tutte le realtà umane e le ricrea" (Don Tonino Bello), come veri discepoli del Figlio e testimoniare ai fratelli che "Dio non ha bisogno di quello che abbiamo, ma di quello che siamo nella nostra realtà e sincerità." (S. Cipriani) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.

  • 19 Maggio - Commento alla Parola di Dio del giorno (V Domenica di Pasqua)

    benedizione“Benedirò il tuo nome per sempre, Signore” A volte il responsorio ci fa pregare come popolo di Dio che, nella sua totalità, si rivolge al Signore ad una sola voce; altre lo fa come assemblea liturgica che sta celebrando; in questo caso lo fa fare singolarmente a ciascuno col pronunciare un impegno personale: benedire il nome del Signore e farlo per sempre. Benedire, dire bene, presentare positivamente, avere in grande pregio, riconoscere il bene che ci proviene ed affermarlo pubblicamente senza riserve, questo l’impegno che ciascuno di noi assume col Signore con questo responsorio; non solo, ma anche di farlo per sempre e su quel “sempre” dobbiamo fermarci un attimo. Un “sempre” che si riferisca al vivere terreno è una ammissione di infedeltà alla Parola di Dio perché manifesta la nostra convinzione di racchiudere l’esistenza di ciascuno tra due date: quella della nascita e quella della morte. Un “sempre” che ci impegna ad essere tra coloro che cantano le lodi del Signore senza porre limiti temporali ci apre alla confessione della nostra fede nella vita eterna e ci proietta in una dimensione in cui il “sempre” assume il valore di un tempo infinito e senza interruzione, come è proprio per la liturgia celeste. Se poi, riflettiamo sul fatto che le nostre liturgie sono partecipazione alla eterna liturgia celeste, giungiamo anche a comprendere quanto sia importante viverle con una partecipazione attenta, raccolta, coinvolgente … siamo al cospetto dell’Altissimo, dialoghiamo con Lui, interagiamo con Lui … cosa vi può mai essere di così importante dal privarci della gioia di vivere appieno quei momenti?

  • 2 Dicembre 2018 - Prima domenica di Avvento: Commento alla Parola di Dio

    Prima domenica di Avvento 2018"Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria...Vegliate in ogni momento pregando...", il monito e l'invito di Cristo, il "germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra" (Geremia), diventino, all'alba di questo nuovo anno liturgico, "faro per la nostra vita cristiana", affinché il "Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore...irreprensibili nella santità." (San Paolo) Questo tempo di speranza e di attesa ci aiuti a riflettere e meditare, non solo "sulla prima venuta del Signore, quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sé per sempre." (San Bernardo) E' anche il messaggio dell'Avvento, "tempo per preparare i nostri cuori ad accogliere il Salvatore...che viene a fare dono della sua giustizia...ai tanti uomini e donne che hanno sete di rispetto, di giustizia e di equità." (Papa Francesco) Le parole del Maestro sugli ultimi tempi non vanno interpretate come vaticini di sventura, ma accolte come la realizzazione delle promesse, perché "questo mondo porta un altro mondo nel grembo...più buono e più giusto, dove Dio viene, vicino e caldo come il respiro, forte come il cuore, bello come il sogno più bello." (E. Ronchi) Il Signore, che "viene" in questa I domenica di Avvento, nella Parola e nell'Eucaristia, apra il nostro cuore perché "così si rinnova il senso gioioso dell’attesa. Diventa più impellente il bisogno della conversione. Ringiovanisce la speranza." (San Giovanni Paolo II) La Vergine Santissima, Donna dell'attesa, ci accompagni a vivere l'Avvento con fede, speranza e carità "per entrare veramente in questo tempo di grazia e accogliere, con gioia e responsabilità, la venuta di Dio nella nostra storia personale e sociale." (Benedetto XVI) Chiediamoci: "Noi cristiani attendiamo il Signore, sì o no? Desideriamo veramente incontrarlo? Dalla risposta a questi interrogativi nasce un comportamento quotidiano capace di rendere conto della speranza che ci abita." (E. Bianchi) Amen. Auguri per un avvento e un anno liturgico fruttuoso e pieno di amore per tutti. Dio ci benedica.

  • 21 Marzo - Vangelo del giorno: Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

    arte La resurrezione di LazzaroDal Vangelo secondo Luca: In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti». Parola del Signore Chiedi lo SCAPOLARE di Sant’Antonio di Padova fatto dai bambini dell'Antoniano Cristo Re con il brevetto  – la preghiera di liberazione dal male - di tradizione antoniana. Clicca qui http://cristore.rcj.org/richiesta-scapolare e lo spediremo a casa tua) . Per ascoltare il video della preghiera di consacrazione dei bambini a Sant'Antonio clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=KQLFqmIDqJQ )

  • 27 Ottobre: Commento alla Parola di Dio della domenica

    domenica 27 ottobre…chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato.”, dopo averci fatto scoprire che il dono della fede ha nella preghiera incessante e perseverante il suo fondamento, il Signore in questa XXX domenica, con la parabola del fariseo e del pubblicano, raccontata “per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”, ci presenta due uomini diversi, non tanto per l’aspetto esteriore o il ceto sociale, quanto per il loro cuore: il Fariseo non parla con Dio, ma parla di sé a Dio, dimenticando che “è necessario imparare a ritrovare il cammino verso il nostro cuore, recuperare il valore dell’intimità e del silenzio, perché è lì che Dio ci incontra e ci parla.” (Papa Francesco) E noi, a chi assomigliamo? È questo l’interrogativo su cui siamo chiamati a confrontarci, ricordando che “la preghiera del povero attraversa le nubi” e giunge dal “Signore che è giudice e per lui non c’è preferenza di persone” (Siracide) perché “l’amore di Dio, quando brucia, produce della cenere: l'umiltà.” (Madeleine Delbrêl), e non è “un premio per i propri meriti, ma come un regalo per i propri bisogni.” (P. A. Maggi) Al Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, davanti al quale tutto è nudo e scoperto, anche il peccato che non ricordiamo, chiediamo la grazia di essere umili, perché “l’umiltà è la sorgente delle grazie. Colui che si crede vile e miserabile, Dio lo colma dei suoi favori.” (Santa Elisabetta della Trinità) e di imitare la preghiera del pubblicano che davanti a Dio, “si apre come una porta che si socchiude al sole…si apre alla misericordia, a questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza, la sola forza che ripartorisce in noi la vita.” (E Ronchi) All’umile Figlia di Sion, chiediamo un cuore docile, “per essere giustificati nel nome del Figlio” (Colletta) ed aprirci al dono dello Spirito Santo per riconoscerci, come il pubblicano della parabola, “piccoli e bisognosi di salvezza e di misericordia…Solo così potremo tornare a casa, veramente arricchiti, resi più giusti e più capaci di camminare nelle vie del Signore” (Benedetto XVI), fino al termine di questo pellegrinaggio terreno, quando speriamo di poter dire: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.” (San Paolo) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica. (S.C.)

  • 28 Marzo: Commento alla Parola di Dio della Domenica delle Palme 2021

    domenica delle palme 2021“Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!...Ed essi di nuovo gridarono: Crocifiggilo!...Gesù, dando un forte grido, spirò.”, entriamo col Maestro a Gerusalemme per rivivere gli ultimi giorni della vita terrena di Colui che “pur essendo nella condizione di Dio…umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” (San Paolo) Quante volte, come la folla di Gerusalemme, siamo incapaci di riconoscere nel Cristo, il servo sofferente: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori…non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi” (Isaia), venuto nel mondo non “per cancellare la sofferenza o per spiegarla, ma per colmarla della sua presenza.” (P. Claudel) Viviamo questa celebrazione, in cui “sembrano incrociarsi storie di gioia e di sofferenza che fanno parte del nostro vivere quotidiano come discepoli…capaci di amare molto… e anche di odiare…capaci di fedeltà ma anche di grandi abbandoni e tradimenti” (Papa Francesco), chiedendo al Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, di rendere il nostro cuore docile alla voce dello Spirito per chiederci “quali sono le nostre vere attese? quali i desideri più profondi, con cui siamo venuti qui oggi a celebrare la Domenica delle Palme e ad iniziare la Settimana Santa? Siamo disposti a seguire il nostro Re che sceglie come trono la croce…un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio?” (cfr Benedetto XVI) Ci aiuti nella risposta la Vergine Addolorata, presente sotto la Croce, soprattutto quando le “tenebre” si affacciano nella nostra vita e quando, come gli Apostoli, non siamo capaci di “vegliare nemmeno un’ora col Maestro.” Se toglieremo le pietre del peccato dai nostri cuori, celebrando il Sacramento della Riconciliazione, saremo capaci di accompagnare il Maestro, come il Cireneo, fino al Calvario, e di “stare accanto, con un gesto di cura, una battaglia per la giustizia…una lacrima raccolta da un volto…presso le infinite croci del mondo dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli.” (E. Ronchi) Amen. Buona domenica delle Palme e della Passione, santa settimana a tutti.

    Richiedi lo scapolare benedetto di Sant’Antonio di Padova, confezionato dai ragazzi dell’Antoniano Cristo Re di Messina e in cambio ti chiediamo una libera offerta per sostenere la mensa del povero e i centri educativi dell’Istituto Antoniano Cristo Re di Messina richiesta scapolare (rcj.org)

  • Battesimo di Gesù - Commento alla Parola di Dio

    battesimo di Gesù“Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera…venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.”, con la festa del Battesimo del Signore avviene “il passaggio dal battesimo di Giovanni Battista, basato sul simbolo dell’acqua, al Battesimo di Gesù in Spirito Santo e fuoco…che brucia e distrugge il peccato originale…ci libera dal dominio delle tenebre…e ci trasferisce nel regno…dell’amore, della verità e della pace.” (Papa Francesco) e si conclude il tempo natalizio “tempo di luce, la luce di Cristo che, come nuovo sole apparso all’orizzonte dell’umanità, disperde le tenebre del male e dell’ignoranza.” (Benedetto XVI) Nelle acque del Giordano il Signore “viene presentato ufficialmente al mondo dal Padre come il Messia, come il Figlio di Dio: inaugura la vita pubblica e il ministero salvifico, che culminerà nella Passione, morte e Risurrezione.” (San Giovanni Paolo II) Ritorniamo alle sorgenti della nostra fede, quando i genitori ci condussero al fonte battesimale ed apparve “la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini…con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo” (San Paolo) e dona la stessa parola di speranza e di consolazione promessa ad Israele di ritorno da Babilonia, perché “la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata.” (Isaia) Il Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, ci doni la gioia di ascoltare, ogni mattina, la voce del Padre che sussurra “Tu sei mio figlio, ti amo, voglio gioire in te! Se sentiamo questa voce, la giornata sarà diversa, illuminata da un amore promesso e donato, e anche il sole sarà più luminoso.” (E. Bianchi), perché da quel giorno al Giordano “i cieli son sempre aperti, e la sua voce a dire: Ascoltatelo perché in lui ogni cosa è compiuta!" (David Maria Turoldo) La Vergine Santissima, che immaginiamo presente al Giordano, discreta e silenziosa, ci renda umili per vincere la superbia e l’orgoglio, “i monti e i colli” da abbassare perché ogni discepolo del Figlio si senta “come un bambino che anche se è sollevato da terra, anche se si trova in una posizione instabile, si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori, questa sarebbe la mia più bella, quotidiana esperienza di fede.” (E. Ronchi) Amen. Santa domenica e non dimentichiamo la data del nostro Battesimo.

  • Bisognava far festa e rallegrarsi! - Commento al Vangelo di Domenica 27 Marzo '22

    domenica 27...bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”, la parola di questa IV domenica chiamata Laetare, cioè della Letizia, come abbiamo ascoltato dall’antifona di ingresso: “Rallegrati, Gerusalemme…”, perché la Pasqua è vicina, ci rivela che “il primo sguardo di Dio non si posa mai sul peccato dell'uomo, ma sempre sulla sofferenza” (E. Ronchi), soprattutto quella interiore da cui si guarisce accogliendo l’invito dell’Apostolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (San Paolo); solo riconciliati saremo liberi e vivremo la gioia della Pasqua, come gli Ebrei che la celebrarono, dopo che il Signore disse: “Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto.” (Giosuè) La parabola del Padre misericordioso, raccontata dal Maestro ai farisei e agli scribi che lo accusavano di essere “amico dei peccatori e dei pubblicani…E guarda caso: i peccatori si convertirono, ma i perfetti no!” (Wilma Chasseur), non solo pone al centro l’amore infinito del Padre, che appena vide il figlio da lontano “ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”, cosa assurda per la cultura orientale dove “correre è sempre un segno di disonore…ma il padre si disonora per onorare il figlio” (P. Alberto Maggi), ma fa riflettere sul comportamento dei figli che “rappresentano due modi di rapportarsi con Dio: la ribellione e una obbedienza infantile che si superano attraverso l’esperienza della misericordia.” (Benedetto XVI) Il Signore, che si offre nella Parola e nell’Eucaristia, per restituirci la dignità perduta col peccato, “rivestendoci con l’abito della grazia e con l’anello, segno della nostra regalità battesimale”, e che non ci ha detto se il figlio maggiore accoglie l’invito del padre a partecipare alla festa, ci aiuti affinché “ciascuno di noi, possa scrivere il finale della parabola con la sua vita, col suo sguardo...perché nella casa del Padre ci sono molte dimore, e rimangono fuori solo quelli che non vogliono partecipare alla sua gioia.” (Papa Francesco) Maria, Madre di Misericordia, ci renda accoglienti verso i fratelli che ritrovano la strada di casa, perché “Dio, il Padre…ci prega: Dì che l’uomo è tuo fratello, e allora potremo entrare e fare festa insieme.” (E. Bianchi) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.

  • Buona Pasqua! - Commento al Vangelo di Domenica 17 Aprile 2022

    11287601 51ca 4123 99f6 a70e6156be56“Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto.”, l’annuncio pasquale degli angeli, risuonato nella Veglia pasquale, rivela che “c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti.” (Papa Francesco) È PASQUA, ALLELUJA, festa “degli ex-delusi della vita, nel cui cuore all'improvviso dilaga la speranza.” (Don Tonino Bello) Il Risorto, non ci renda fermi nei nostri dubbi e paure ma coraggiosi come Maria di Magdala, “che corre per prima al sepolcro e per prima dai discepoli…che si alza, si mette in cammino, nel cuore del passaggio dalla notte al nuovo giorno…che non riesce a stare ferma per l’assenza del Signore” (Don Mimmo Battaglia), per correre ed annunciare a tutti che “Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa” (Sequenza), perché “la forza della Risurrezione non riposa finché non abbia raggiunto l’ultimo ramo della creazione, e non abbia rovesciato la pietra dell’ultima tomba.” (Von Balthasar) Amen.
    Santa Pasqua di Risurrezione a tutte le famiglie!

  • Commento al Vangelo di Domenica 31 Marzo alla luce degli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta.

    luisa piccarreta"Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita." Era morto andato via con somma ingratitudine volendo del Padre solo le sue cose. Ma decide di ritornare ed essere riammesso  in casa almeno come servo. Il Padre appena sa di questo suo desiderio, commosso gli corre incontro e quello è l' incontro con il Cristo Redentore. Poi chiede che gli venga messa la veste nuova della grazia, ed ecco il nuovo testamento, gli fa mettere l' anello al dito per restituirgli tutti i diritti di figlio, e i sandali ai piedi perchè doveva ancora camminare, non era ancora arrivato alla casa del Padre, nel Regno della Divina Volontà! La differenza tra il fare la Volontà di Dio e il vivere nella Volontà di Dio,  è la stessa differenza che passa tra chi cammina ancora tra mille pericoli, nel buio della notte e con tanta paura, cadendo e rialzandosi e chi invece è già nel Regno, nella Casa del Padre dove può vivere al sicuro, protetto da tutto e padrone di tutto. Il RITORNO del FIGLIOL PRODIGO alla CASA del PADRE, simboleggia il RITORNO della VOLONTÀ DELL' UOMO, nella VOLONTÀ di DIO. Perchè si viva di un solo Santo e Supremo Volere! Adamo e con lui la sua discendenza, sono quel figliol prodigo che se ne andò dalla Casa del Padre. E noi  possiamo dire di essere già a Casa? Siamo figli sì, ma ancora minorenni che non possono disporre ancora di tutti i beni ereditati! Dove deve culminare allora questo nostro ritorno? E cosa significa tornare a Casa, tornare nella Volontà di Dio? Dice Gesù nel Libro di Cielo: “Il vivere nel mio Volere sono Io stesso." (27.11.1917) Tornare a Casa, tornare nella Volontà di Dio, significa quindi tornare a vivere in Gesù, tornare a vivere nella Sua stessa vita! La nostra vita nella Sua Vita! Nella vita della Santissima Trinità! Cosa è per le Tre Divine Persone la loro sacrosanta Volontà? Essa è la loro VITA, la sostanza del loro Essere e della loro Felicità, è il loro Tutto! Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita. Quale profondità raggiungono ora a risentirle queste parole! La VOLONTÀ DIVINA e la VOLONTÀ UMANA devono vivere in una totale FUSIONE, così come  IN GESÙ, VERO DIO e VERO uomo, da non potersi distinguere l’una e l’altra, come una goccia d’acqua che si getta nel mare. Questo significa arrivare alla Casa Paterna già su questa terra! Gesù e Maria mai sono usciti da questa Casa. Adamo invece, nato dentro, per via del peccato originale, ne è uscito fuori e con lui tutta l' umanità. Il Dono della Divina Volontà è il dono supremo che viene annunciato negli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta, e che Dio vuole donare oggi all' umanità intera. Luisa Piccarreta, la figlia primogenita della Divina Volontà, è investita da Dio proprio di questa sublime missione APRIRE LA PORTE DI CASA perché in Casa altre creature  entrino. Padre nostro, venga il Tuo Regno come in Cielo così in terra! 

  • Domenica 19 Aprile 2020: Commento al Vangelo

    eb6c1d06 c3d9 4b2b 85cd 8d5219e200be“Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”, è la domenica di Tommaso, che voleva toccare le ferite che “il Signore ha portato con sé nell’eternità. Egli è un Dio ferito…che si lascia ferire dall’amore verso di noi” (Benedetto XVI); l’Apostolo, chiamato “Didimo”, cioè gemello di chi chiede prove e segni, ricorda quanto sia importante non lasciare “il Cenacolo”, perché “solo lo stare nello spazio della comunità dei discepoli del Signore, ci porta alla fede, facendoci invocare Gesù quale nostro Signore e nostro Dio.” (E. Bianchi) Questa II domenica di Pasqua, chiamata in “albis”, nel ricordo dei cristiani che deponevano la veste battesimale ricevuta nella Veglia, mantiene il ricordo della luminosa notte di Pasqua, quando Dio “nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (San Pietro), pietre vive di una comunità che cresce e persevera “nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.” (Atti) Il Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, ci doni il coraggio, soprattutto in questo tempo di sofferenza per il Coronavirus, di “toccare le sue piaghe, che sono i tanti problemi, difficoltà, persecuzioni, malattie di tanta gente che soffre…Da quelle piaghe scaturisce la misericordia. Per questo oggi è la domenica della misericordia” (Papa Francesco), istituita da San Giovanni Paolo II nel 2000, non solo per le parole del Risorto ai suoi: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati...”, “potere che Dio non ha concesso nemmeno agli angeli e agli arcangeli” (S. Giovanni Crisostomo), ma anche per volontà di Cristo che nelle visioni a Santa Faustina ne chiese l’istituzione. Maria, Madre della misericordia e del Risorto, che entrando nel Cenacolo a porte chiuse, ha attraversato “il muro della loro diffidenza con un augurio di pace, come se non fosse mai stato abbandonato da loro” (Carla Sprinzeles), ci renda oranti, verso il Figlio, come Tommaso e Santa Faustina: “Gesù, mio Signore e mio Dio! Io confido in Te. Donami l’umiltà del cuore per avvicinarmi al Sacramento della Riconciliazione, al termine di questa pandemia, e testimoniare la Tua Misericordia e la Tua Risurrezione.” Amen. Santa domenica.

  • E' bello per noi essere qui! - Commento al Vangelo di Domenica 13 Marzo '22

     bello pet noi“In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.”, dopo l’episodio delle tentazioni nel deserto “saliamo” sul Tabor per far risuonare la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”, e diventare Testimoni di quella fede che guidò Abramo ed impegnò Dio in un’Alleanza che lo rese Padre di una moltitudine di popoli: “Guarda in cielo e conta le stelle…Tale sarà la tua discendenza.” (Genesi) Luca è l’unico Evangelista che presenta il Signore, che sul monte, “mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”, perché “la preghiera non è un accessorio…Solo chi prega può entrare nella vita eterna” (Benedetto XVI), e sottolinea che il Maestro con “Mosè ed Elia, apparsi nella gloria…parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.” È l’esodo che Gesù affronterà nell’ora dell’abbandono totale al Padre, passando per l’abisso del dolore e della morte, dal volto sfigurato sulla Croce allo splendore della Risurrezione; questo esodo è difficile da vivere e accettare, come Pietro e gli altri apostoli, che dopo essersi risvegliati e aver contemplato “la sua gloria”, volevano fissare quel momento per sempre, pur non sapendo “quello che diceva”, perché solo chi segue Cristo fin sul Calvario, non si comporterà da nemico “della Croce di Cristo” e diventerà cittadino del cielo quando tornerà “il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (San Paolo) Il Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, ci doni il coraggio per “seguirlo sulla via della croce” (Colletta) e ci renda disponibili all’ascolto perché “se è vero che la nube nasconde, scopriamo che attraverso di essa è possibile udire la voce del Padre che rassicura e conferma.” (P. Gaetano Piccolo S.I.) Maria, la Vergine dell’Ascolto, aiuti ogni cristiano perché passiamo “dal Tabor della contemplazione, alla pianura dell'impegno quotidiano…e il mio sguardo missionario arriverà più facilmente agli estremi confini della terra” (Don Tonino Bello); ciò sarà possibile se durante il cammino quaresimale “rimaniamo qualche momento in raccoglimento, fissiamo lo sguardo interiore sul Suo Volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita.” (Papa Francesco) Amen. Santa domenica.

  • Epifania - Commento alla Parola di Dio

    meteo epifania“Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?”, quando l’uomo smarrisce la “stella”, cioè la “luce del Creatore”, corre il rischio di cercare il Signore in luoghi dove è impossibile trovarlo, ma “solo guardando alla debolezza di Gesù, al suo essere piccolo, si può comprendere la sua vera regalità, la sua vera identità, non plasmata in base alle immagini dei re e dei potenti di questo mondo.” (E. Bianchi) Questa è stata l’esperienza dei “rappresentanti” dei popoli della Terra, giunti dall’Oriente “portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore” (Isaia), perché tutte le genti “sono chiamate in Cristo Gesù…ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.” (San Paolo) I Magi, “persone dal cuore inquieto…uomini alla ricerca della promessa, alla ricerca di Dio…vigilanti, capaci di percepire i segni di Dio, il suo linguaggio sommesso ed insistente…coraggiosi e insieme umili” (Benedetto XVI), erano sapienti che “non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino.” (San Giovanni Crisostomo) In questa Solennità dell’Epifania, “la manifestazione dell’amore universale di Dio, perché non c’è nessuno al mondo che possa sentirsi escluso dall’amore del Signore” (Padre A. Maggi), chiediamo al Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, la grazia per essere, come i Magi, “premurosi nella ricerca, pronti a scomodarci per incontrare Gesù nella nostra vita. Ricercarlo per adorarlo, per riconoscere che Lui è il nostro Signore, Colui che indica la vera via da seguire.” (Papa Francesco) Imitiamo il cammino dei Magi che, dopo aver adorato il Bambino “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”, perché “l’incontro con Cristo deve determinare una svolta, un cambiamento di abitudini. Non possiamo, anche noi oggi, tornare a casa per la strada per cui siamo venuti; essere oggi quello che eravamo.” (R. Cantalamessa) Maria, la Stella del Mattino, vegli sulla Chiesa, perché rifletta “la luce di Cristo, affinché gli uomini e i popoli in cerca di verità, di giustizia, di pace, si mettano in cammino verso Gesù, unico Salvatore del mondo.” (San Giovanni Paolo II) Amen. Santa Epifania a tutti.

  • II Domenica di Avvento: Commento della Parola di Dio

    II di Avvento"Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri...", la figura del Battista è tra le più importanti (insieme al profeta Isaia e alla Vergine Maria), dell'Avvento, che, come la primavera, dovrebbe "rinnovarci e renderci rigogliosi, capaci di ricevere Cristo in qualunque forma venga a noi...svuotando noi stessi di tutto l'egoismo che è dentro di noi." (Madre Teresa di Calcutta) La voce di Giovanni che "grida ancora negli odierni deserti dell'umanità, che sono le menti chiuse e i cuori duri" (Papa Francesco), ci chiede di raddrizzare i sentieri e di colmare i vuoti che spesso sembrano ingoiarci e di aprire il cuore al Signore che viene per ricondurci "con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da lui" (Baruc), e per portare a compimento la sua opera, affinché tutti possiamo "essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo" (S. Paolo). Nonostante i potenti della sua epoca: "Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato...", Luca annuncia che la salvezza viene dai quei luoghi dove l'essenziale ed il silenzio sono "assordanti" e dove possiamo accogliere la Parola che "venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto", perché Dio non tiene conto di nessuna potenza politica ed economica, e finché ci saranno voci come il Battista la "Chiesa avrà ancora la possibilità di tornare a essere come il Maestro l'ha voluta: povera, nascosta, misericordiosa, accogliente, aperta a tutti." (Don A. Brignoli) Chiediamo al Signore, presente nella Parola e nell'Eucaristia in questa II domenica, di convertire il cuore al perdono dei peccati che "avviene modificando la propria esistenza, cambiando vita...attenti ai bisogni e alle necessità degli altri." (Padre A. Maggi) La Vergine Immacolata guidi i nostri passi verso quel giorno in cui "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio", perché "Dio viene e non si fermerà davanti a burroni o montagne, e neppure davanti al mio contorto cuore. Raggiungerà ogni uomo, gli porrà la sua Parola nel grembo, potenza di parto di un mondo nuovo e felice." (E. Ronchi) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.

  • Io so chi tu sei il Santo di Dio.. (Commento alla Parola di Dio di Domenica 31 Gennaio)

    d25852da bcd5 4fec af52 653cb6080471“Io so chi tu sei: il santo di Dio!”, il grido contro Gesù, di “un uomo posseduto da uno spirito impuro”, presente nella Sinagoga di Cafarnao, che “conosce molto bene Cristo…ma il suo sapere non consiste nella relazione e nella comunione con Cristo” (P. Marko Ivan Rupnik), pur essendo nella “sostanza”, tra le più belle professioni di fede del Vangelo, cercano di confondere i presenti, stupiti dalle parole del Maestro che “insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”; ma il tentativo del principe della menzogna, “naufraga e fallisce” quando “Gesù gli ordinò severamente: Taci! Esci da lui!”, con “il potere dell’amore di Dio che…incarnandosi nel Figlio Unigenito…risana il mondo corrotto dal peccato.” (Benedetto XVI) È Cristo, il Profeta fedele alla Parola, promesso ed atteso da Israele: “Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli” (Deuteronomio), ed apre il cuore dei suoi ascoltatori perché “il suo è un insegnamento nuovo, sapienziale e profetico insieme, che scuote, ferisce, convince.” (E. Bianchi) È Cristo a rivelarci che “il Vangelo non è un sistema di pensiero, non è una morale, ma una sconvolgente liberazione” (G. Vannucci), per tutti coloro, sposati o vergini, chiamati a vivere la Parola che libera e a comportarsi “degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.” (Paolo) Cristo, presente nella Parola e nell’Eucaristia in questa IV domenica, ci liberi da quanto ci opprime, come ha liberato l’indemoniato nella sinagoga perché “il cristiano che vive in grazia ed è tempio dello Spirito Santo, porta in sé un po’ della santità di Cristo ed è proprio essa che opera, negli ambienti in cui vive, un silenzioso ed efficace esorcismo.” (R. Cantalamessa) Maria, Vergine del silenzio, maestra e madre spirituale, ci insegni ad accogliere il dono del silenzio “per ascoltare, nel frastuono dei messaggi del mondo, la parola più autorevole che ci sia: quella del suo Figlio Gesù” (Papa Francesco), Parola che suscita lo stupore, cioè “l’esperienza felice e rara che ci sorprende e scardina gli schemi, che si inserisce come una lama di libertà in tutto ciò che ci rinchiudeva e ci fa respirare meglio man mano che entra aria nuova e si dilatano gli orizzonti.” (E. Ronchi) Amen. Santa domenica.

  • IV Domenica, 3 Febbraio - Commento al Vangelo

    papa francesco“In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.”, l’amarezza e la delusione del Maestro davanti all’incredulità dei suoi concittadini, presenti nella sinagoga, è al centro del Vangelo di questa IV domenica che inizia con la stessa frase con cui si era chiuso quello della settimana scorsa: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato.” È la storia di un rifiuto che vedrà il suo apice sul Calvario, e che trasforma la meraviglia in sdegno, fino al punto di cacciarlo via dalla città, perché finché questa parola non mette in crisi la nostra vita va bene, ma appena essa penetra nelle tenebre del nostro cuore, per illuminarlo e renderci veri testimoni del Risorto, tutto si complica e diventa inaccettabile, ma il Maestro ci rivela che “il vero profeta non obbedisce ad altri che a Dio e si mette al servizio della verità, pronto a pagare di persona” (Benedetto XVI), perché confida nella presenza del Signore “fin dal grembo materno”, presenza che lo protegge dai nemici: “Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti” (Geremia), e lo riempie del vero amore che “non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità...tutto spera, tutto sopporta…e non avrà mai fine” (San Paolo), e non chiede nulla, perché se attendesse “qualche forma di ricompensa, non è amore: l'amore vero è amare senza condizioni e senza aspettative.” (Madre Teresa di Calcutta) Il Signore, presente nella Parola e nell’Eucaristia, ci renda testimoni di speranza, che non si scoraggiano davanti ai “cuori di pietra”, infatti per “una Nazareth che si chiude cento altri villaggi apriranno le porte. Perché si può ostacolare la profezia, ma non ucciderla perché la sua vitalità viene da Dio.” (E. Ronchi) La Vergine Santissima, presente nella sinagoga di Nazareth, che ha vissuto il rifiuto dei concittadini del Figlio come “un piccolo anticipo di quello che soffrirà sotto la Croce”, ci renda umili perché convertiamo la nostra vita “da un dio dei miracoli al miracolo di Dio, che è Gesù Cristo” (Papa Francesco), ed interceda presso il Figlio perché nessuno rifiuti il dono della salvezza. Amen. Santa domenica, Dio ci benedica

  • La gente chi dice che io sia? Commento al Vangelo di Domenica 12 Settembre 2021

    WhatsApp Image 2021 09 11 at 08.52.34La gente, chi dice che io sia?...Ma voi, chi dite che io sia?”, la risposta della folla e quella di Pietro: “Tu sei il Cristo”, al “sondaggio” fatto sulla via di Cesarea di Filippo, all’apparenza corretta, nascondono un equivoco, le prospettive di tutti “erano molto diverse da quelle di Gesù…ispirate al carme del servo” (Carla Sprinzeles), come aveva profetizzato Isaia: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori…non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”, perché Dio ci è sempre accanto: “Ecco il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?” A Cesarea di Filippo, il "dado è tratto" e non si può cambiare strada, come Pietro sperava, infatti, appena il Maestro parla apertamente della sua Passione, Morte e Risurrezione, si ribella; è curioso che domenica scorsa Gesù prese in disparte il sordomuto per aprirgli il cuore, le orecchie e la bocca alla Parola di Dio, ed oggi il Pescatore della Galilea “lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo”, per renderlo sordo alla volontà del Padre. La reazione del Maestro è immediata: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”, perché la professione di fede “chiede di essere autenticata da una vita improntata all’amore di Dio e il prossimo…bisogna rinnegare sé stessi…e prendere la propria croce” (Papa Francesco), soprattutto testimoniando la fede con le opere: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere?” (Giacomo), è questa la vera sequela perché “l’amore è l’espressione della vera fede. Se uno ama il prossimo con cuore puro e generoso, vuol dire che conosce veramente Dio.” (Benedetto XVI) Il Padre, che rende presente con la rugiada dello Spirito il Figlio, nella Parola e nell’Eucaristia in questa XXIV domenica, ci renda discepoli autentici, perché “Cristo non è ciò che dico di Lui ma ciò che vivo di Lui…non è le mie parole, ma ciò che di Lui arde in me.” (E. Ronchi) Maria, la prima Discepola, interceda presso Cristo perché ci doni “la grazia di dare le risposte giuste, con la vita, non solo a parole, mentre siamo per via, perché finito il cammino di questa vita, non ci saranno più né domande né risposte” (Wilma Chasseur), ma solo la visione beatifica ed eterna dell’Amore. Amen. Santa Domenica

  • La misericordia del Padre! - Commento alla Parola di Dio di Domenica 15 Settembre

    misericordia del padre“In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con loro.”, la Parola di Dio di questa XXIV domenica, ci invita a fare esperienza della premura del Padre, con le tre parabole della misericordia, che Gesù racconta per chi si scandalizzava, perché accoglieva “gli scartati della società”, rivelandoci che “Dio non ama il peccato degli uomini, ma ci ama nel nostro peccato, ci riconcilia con lui mentre noi siamo peccatori…esperienza che ha cambiato la vita di tanti uomini e donne.” (E. Bianchi) Nei tre racconti, “i personaggi descritti sono dei veri perdenti. Un pastore perde una pecora, una donna perde una moneta, un padre perde il figlio minore e perde anche l'altro maggiore” (Don Giovanni Berti), ma si concludono con “un elemento comune…espresso dai verbi che significano gioire insieme, fare festa. Non si parla di fare lutto. Si gioisce, si fa festa.” (Papa Francesco) Come non commuoversi davanti alla misericordia di Dio che, dopo l’accorata preghiera di Mosè, “si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo” (Esodo) che si era fatto un vitello d’oro? Come non riflettere sulle parole di Paolo a Timoteo: “…prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia…”? Il Signore, “che non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui.” (Benedetto XVI), e ogni domenica ci fa indossare “l’abito della festa” per sederci alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, ci renda gioiosi per il ritorno dei fratelli alla casa del Padre, consapevoli che “al di fuori della misericordia di Dio non c'è nessun'altra fonte di speranza per gli esseri umani.” (San Giovanni Paolo II) Maria, Madre di Misericordia, ci renda docili alla voce del Figlio, che abbatte l’ipocrisia e rivela che Dio è “là dove un figlio soffre e si perde, è nella paura della pecora smarrita, è accanto all'inutilità della moneta perduta, nella fame del figlio prodigo…e a dirci che sarà Dio a trovare te” (E. Ronchi), pronto a rispondere alla nostra attesa di felicità e di gioia: ha le braccia aperte per accoglierci come figli, perchè “nei giudizi umani si castiga colui che confessa la propria colpa: nel giudizio divino, lo si perdona. (San Josemaría Escrivá de Balaguer) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica. (S.C.)