“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.”, con la Solennità dell’Ascensione termina la missione terrena del Risorto e inizia il pellegrinaggio di ogni uomo verso il cielo, non più irraggiungibile, tempo della Chiesa che può “amare colui che non vede, può credere in colui che i nostri occhi non riescono a percepire” (Dietrich Bonhoeffer) Non restiamo a fissare il cielo, con la tristezza di chi “festeggia volentieri il Signore che viene, ma non il Signore che parte; acclama colui che appare, ma non colui che scompare” (Paolo Ricca, Pastore protestante), ma apriamo il cuore al dono dello Spirito promesso: “…riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni…fino ai confini della terra”(Atti), per dirigerci verso le periferie del mondo e toccare “la carne di Cristo” nei fratelli relegati ai margini della società dall’egoismo e dalla cupidigia umana. Il Risorto, asceso al cielo “con la natura umana assunta da Maria, portando con sé i segni gloriosi della passione” (San Giovanni Paolo II), che siede alla destra del Padre, ma è realmente presente nella Parola e nell’Eucaristia, ci renda Testimoni della speranza a cui Dio ha chiamato ogni uomo e della misericordia, che il Padre “manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli.” (San Paolo) Alla Vergine Maria, “Colei che veglia sui testimoni del suo diletto Figlio rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera” (Benedetto XVI), affinché ci doni l’umiltà, la fede e la perseveranza per “essere uomini e donne dell’Ascensione, cioè cercatori di Cristo lungo i sentieri del nostro tempo… riconoscendolo nei fratelli” (Papa Francesco), fino al giorno del giudizio, quando il Risorto tornerà nella Gloria e sarà allora che “il Padre contemplerà nelle sue ferite splendenti diventate feritoie, anche tutte le nostre che si illumineranno specchiandosi nelle Sue e, tuffate nella sua misericordia, diventeranno feritoie pure le nostre.” (Wilma Chasseur) Amen.