“Nessun servitore può servire due padroni…Non potete servire Dio e la ricchezza.”, il monito del Maestro, conclude una delle parabole più difficili da comprendere, quella dell’amministratore lodato dal padrone, “perché aveva agito con scaltrezza”, dopo essere stato licenziato per aver sperperato i suoi averi; Gesù non loda la disonestà, ma vuole aiutarci a comprendere che la scelta dell’amministratore, di farsi “amici con la ricchezza disonesta”, diventa “un gesto profetico, fa ciò che Dio fa verso ogni uomo: dona e perdona, rimette i nostri debiti…Lo fa per interesse, ma rovescia la direzione del denaro, che non…genera più esclusione ma amicizia e comunione.” (E. Ronchi) Il brano di questa XXV domenica, omette la reazione dei farisei che “si beffavano di lui”, perché “a causa della loro cupidigia…non potevano accoglierne l’insegnamento e finivano per disprezzarlo.” (E. Bianchi) La ricchezza non è un male in sé, ma “come l'acqua salata: più se ne beve, più cresce la sete” (Arthur Schopenhauer), può farci perdere la fede, perché “è tanto il potere del denaro, che ti fa deviare dalla fede...la indebolisce e tu la perdi!" (Papa Francesco) Facciamo nostro il grido di Amos: “Ascoltate questo, voi che calpestate il povero…E il sabato, perché si possa smerciare il frumento…”, denunciando chi si è impadronito del “Giorno del Signore”, per arricchirsi, affinché “il nostro cuore sia assolutamente vuoto di ciò che non è Dio e Dio lo occupi assolutamente da solo.” (Beato Charles de Foucald) Il Signore, “unico mediatore tra Dio e gli uomini”, presente nella Parola e nel Pane di Vita eterna, apra i nostri cuori, perché impariamo ad elevare al Padre “preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini…e per tutti quelli che stanno al potere… cosa bella e gradita al cospetto di Dio…il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (San Paolo) e ci salvi dalla cupidigia delle ricchezze, per “condividerli con i poveri procurandoci così la loro amicizia, in vista del Regno dei cieli.” (Benedetto XVI) La Vergine Santissima, ci aiuti ad usare i beni con saggezza evangelica, perché ognuno, prima di presentarsi davanti al trono di Dio possa affermare: “Se cerco tra i miei ricordi quelli che mi hanno lasciato un gusto durevole…ritrovo quelli che nessuna ricchezza mi avrebbe procurato.” (Antoine de Saint-Exupèry) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.