“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”, la parola del Signore, proclamata in questa VIII domenica, ultima della prima parte del tempo ordinario che riprenderà dopo Pentecoste, e che la Chiesa propone alla nostra riflessione, prima di “immergerci” nel tempo di grazia quaresimale, ci offre una panoramica sulla ipocrisia e sulla pessima abitudine di diventare giudici dei fratelli, perché “è molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri.” (A. de Saint-Exupery) La Quaresima, che inizieremo tra qualche giorno con il rito delle Ceneri, trasformerà il nostro cuore e porterà frutti copiosi di bontà e sincerità, perché “il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore” (Siracide), se confesseremo “che questo piacere perverso di spalancare gli occhi sulle colpe del prossimo è una tentazione insuperabile che ci lambisce spesso.” (Card. G. Ravasi) Se ti allontani dal Maestro e diventi “sordo” ai suoi insegnamenti, puoi inaridirti e diventare “cieco”, illudendoti di poter guidare il fratello, anch’egli cieco, e rischi di cadere nel fosso dell’ipocrisia e della menzogna, perché “un discepolo non è più del maestro”; ma se rimani unito al Signore e la tua relazione con Lui “prende la tua persona, i tuoi sentimenti, e vedi la pagliuzza nell'occhio di tuo fratello, non dici più: Guarda è cieco, ma cominci a soffrire con lui“ (Don O. Benzi), portando frutti in abbondanza, perché sarà lo stesso Cristo a portare i suoi frutti in te, e il “frutto più bello” è la certezza della vittoria della vita sulla morte, perché “la morte è stata inghiottita nella vittoria” (San Paolo). Cristo, presente nella Parola e nell’Eucaristia, “ci aiuti a comprendere e ad amare i nostri fratelli” (Colletta anno C), e doni occhi per comprendere che “chi giudica sbaglia, perché prende un posto che non è per lui…quella pagliuzza non lo lascia dormire...e non si accorge della trave che lui ha...e diventa uno sconfitto.” (Papa Francesco) La Vergine Santissima, interceda presso il Figlio, affinché impariamo a testimoniare la sua Parola di gioia, che vince l’ipocrisia e fa comprendere che mentre “l'ira è una pagliuzza, l'odio è una trave” (Sant’Agostino), che non ci permette di essere come l’uomo buono che “dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene.” (Gesù) Amen. Santa domenica, Dio ci benedica.